Esattamente un anno fa, Il 17 febbraio, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella conferiva la nomina di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana a Emanuela Evangelista, presidente di Amazônia Onlus, proferendo le seguenti parole: “per il suo costante impegno, in ambito internazionale, nella difesa ambientale, nella tutela delle popolazioni indigene e nel contrasto alla deforestazione”. In quel momento nessuno poteva immaginare che neanche un mese dopo (l’11 marzo 2020) l’OMS avrebbe dichiarato lo stato di pandemia. E noi di Amazônia Onlus non potevamo immaginare quali sfide avremmo dovuto affrontare.
Nel 2020 l’emergenza Covid ha avuto un effetto devastante in Amazzonia e, recentemente, si è intensificata. Un nuovo ceppo del virus ha travolto e debilitato per la seconda volta il sistema sanitario a Manaus e si sta ora diffondendo rapidamente nell’entroterra. Il fabbisogno giornaliero di ossigeno nella capitale di Amazonas è di 80mila litri al giorno – 3 volte il normale – e la produzione locale non riesce a tenere il passo con l’enorme richiesta. Le comunità indigene e tradizionali hanno una sola possibilità di proteggersi dal virus: restare in foresta. I piccoli villaggi amazzonici, isolati e accessibili solo in barca, non hanno commerci alimentari, nessuna assistenza sanitaria né farmaci né trasporto d’emergenza, il che rende gli abitanti estremamente vulnerabili in caso di contagio. Questi vivono principalmente di pesca, caccia e raccolta, ma dipendono anche dalle città lontane per una rete di scambi. L’isolamento in queste regioni crea un problema di sicurezza alimentare. Servono scorte, viveri e materiale per procacciarsi il cibo, servono medicine, prodotti di igiene e beni di prima necessità. La carenza di rifornimenti può compromettere il tentativo di autoisolamento e mettere in pericolo l’intera popolazione.
Per questo, dall’inizio della pandemia, Amazônia Onlus ha concentrato le sue azioni verso la protezione dei nativi dal contagio. Una sfida nuova per noi, da portare avanti con modi e mezzi tipici di un’organizzazione di emergenza umanitaria. Abbiamo messo a punto un piano d’azione per aumentare la resilienza delle comunità locali, diffuso informazioni importanti, trasferito rapidamente fondi dall’Europa al Brasile, organizzato e rafforzato una rete di organizzazioni. Da aprile 2020 abbiamo già consegnato 40 tonnellate di prodotti alle 250 famiglie del Parco Nazionale dello Jauaperi, circa 1200 abitanti. Oggi, siamo in contatto costante con gli ospedali più vicini ai quali, con il tuo aiuto, vogliamo donare bombole e concentratori di ossigeno. La foresta ci sta proteggendo ma l’emergenza continua, e con lei la nostra campagna.
Con €100 possiamo garantire cibo e beni primari a una famiglia per un mese.
Con €1000 possiamo salvare una vita acquistando un concentratore d’ossigeno.
Non lasciamoli soli! Dona ora
Iniziativa realizzata in collaborazione con Amazon Charitable Trust, ICMBio, Lojas Bemol